La miopia che ci tradisce

Fedi Paolo
4 min readSep 9, 2022

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Riflettevo su quanto stiamo vivendo in quest’epoca di veloci cambiamenti mondiali e pensando al nostro pianeta e al firmamento, mi è apparsa d’improvviso l’immagine del cielo di giorno e di notte, uno dopo l’altro, senza nessun passaggio lento tra le luci che piano piano si affievoliscono e lasciano lo spazio alla vista delle stelle. Se immaginiamo un passaggio rapido, ci accorgiamo che dall’azzurro del cielo di giorno si passa al buio della notte.

Ciò che possiamo vedere cambia totalmente aspetto. Questa dualità mi ha fatto pensare che illuminare qualcosa, accendere i fari su qualcosa non sempre ti permette di vedere tutto, che la luce a volte, invece di far risaltare, nasconde. E da questa considerazione ne è scaturita un’altra, questa volta riguardante la campagna elettorale in corso. L’analogia che è emersa riguarda le promesse elettorali, messe sotto i fari delle interviste, dei dibattiti, degli show televisivi. Ciò che viene illuminato e ciò che viene nascosto. Come nel cielo di giorno, vediamo nitidamente il sole, a volte la luna, le nuvole, ma la nostra vista è limitata ad un perimetro esterno preciso. Non siamo in grado di vedere oltre, il sistema solare e il firmamento nella sua interezza. Così nei bei discorsi accattivanti dei politici, che si limitano peraltro a promesse che ben sanno non potranno mai mantenere. Pifferai che abbindolano la gente che non è in grado di vedere oltre, che non è in grado di capire cosa c’è dietro una promessa che non potrà essere mantenuta perché mancano le basi economiche per poterla realizzare. Purtroppo la numerosità di coloro che non ha modo di approfondire e riflettere, aspettare la notte, per avere un quadro completo rappresenta la maggioranza della popolazione. Da questo, l’ascesa al governo del Paese di qualcuno, più bravo a mentire, viene supportata dall’ignoranza, dalla miopia, dal piacere di sentirsi dire ciò che si vorrebbe accadesse e molto spesso, anzi quasi sempre, le false promesse, scientemente ben confezionate, non riguardano il bene di tutti, bensì il presunto bene “immediato” di categorie puntuali di cittadini. Esche specifiche per far abboccare una particolare specie di “pesci”, ad ognuno il suo, senza minimamente considerare il quadro generale, le interdipendenze, il sistema nella sua interezza e nelle sue prospettive temporali.

Ecco la nostra miopia, come cittadini che possono e devono scegliere e indirizzare le azioni dei governanti verso il bene comune traguardato nel futuro, ci tradisce, ci fa seguire una strada che non può portare al benessere comune nel tempo, perché falsata dalla luce accecante dei riflettori e dalla falsità di chi dovrebbe essere al servizio dei cittadini e invece è manifestamente al servizio di sé stesso e peraltro, neanche con le competenze necessarie a gestire la ”res publica”.

Cosa servirebbe quindi per ridarci la “vista” adeguata a scegliere la strada migliore? Come suggerisce Otto Scharmer nel suo ultimo articolo “Proteggi la fiamma” “dovremmo trasformare: · Le nostre economie da ego a eco, la nostra governance, da top-down a distribuita e dialogica, i nostri sistemi educativi, da orientati ai risultati o ai test, a generatori di un futuro migliore”.

Otto Scharmer declina le tre aree di intervento con azioni puntuali, ovviamente traguardando il benessere mondiale. In particolare pone l’accento su modelli educativi che andrebbero attivati, spostandosi “da modalità routinarie a modalità più centrate sull’allievo, l’istruzione continua a concentrarsi sull’apprendimento individuale e sulla costruzione di capacità” a modalità “che costruiscano la capacità di co-sentire e co-creare il futuro”.

Inoltre, aggiunge altre considerazioni su “Ciò che ci impedisce di passare in modo più completo ai modi di operare 4.0 sono tre barriere principali:

· La mancanza di infrastrutture istituzionali che riuniscano tutti gli attori rilevanti per co-progettare e co-navigare il sistema.

· La mancanza di strumenti e capacità di leadership per spostare la consapevolezza delle varie parti interessate da una visione a silos a una visione di sistema, cioè da ego a eco.

· E la mancanza di meccanismi finanziari per finanziare e scalare quanto sopra.”

E’ su questi tre punti che la U-School, nata dal Presencing Institute, offre l’opportunità gratuita di seguire il percorso formativo sulla leadership eco-sistemica u-lab 1x | Learn to Lead from the Emerging Future (8 Settembre-15 Dicembre) e il percorso progettuale u.lab 2x | From Prototype to Eco-System Impact (da dicembre a giugno).

Sviluppare alla base una cultura dell’interdipendenza, dell’ascolto empatico e generativo, della visione sistemica, della co-creazione di soluzioni sistemiche, della prototipazione rapida prima del rilascio operativo, rappresenta un elemento essenziale per riuscire insieme a generare un futuro migliore per tutti.

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Fedi Paolo

Innovator, change maker, systemic and creative thinker, altruist